Grintosa, trascinante ed eternamente giovanile, con un paio di gambe da copertina e una vagonata di sex appeal tale da far impallidire una ventenne, Tina Turner (vero nome Anna Mae Bullock, nata a Nutbush il 26 novembre 1939), oggi meravigliosa signora sessantottenne, è senza dubbio una delle cantanti statunitensi più celebri nel mondo della musica rock e del soul internazionale, oltre che un mito senza tempo e senza eguali. Dopo un inizio a soli 10 anni come corista gospel nella chiesa battista della sua città nel Tennessee, trasferitasi a St. Louis insieme alla sorella, Tina incontra il musicista Ike Turner, enfant prodige di pianismo blues e talent-scout per svariate etichette, con cui realizza, oltre a un matrimonio di breve durata, le primissime produzioni discografiche (nel 1958 il brano d’esordio Little Ann, seguito nel 1960 da A Fool In Love sino ad arrivare, nel 1971, a Proud Mary, uno dei capisaldi del suo repertorio) divenendo la lead singer del gruppo "Ike & Tina Turner Revue".Gli anni 70 la portano, complice il divorzio dal marito, tmomentaneamente lontana dalle scene musicali. Ma il tempo perso è grandiosamente recuperato negli anni 80, con una serie di successi internazionali destinati a lasciare il segno.

Il suo singolo Let's stay together, cover di una canzone di Al green's, entra immediatamente tra i primi posti delle classifiche di inizio ‘84. Il secondo singolo, What's love got to do with it, diventa uno dei pezzi più venduti dell'anno e resta per tre settimane al numero uno.
Il suo album "Private Dancer" include due nuovi pezzi da top ten: la title-track insieme a Better be good to me. Nel 1985 prende parte al cast di “Mad Max: oltre la sfera del tuono” (con Mel Gibson) e interpreta la canzone-tema del film, We don't need another hero, che si piazza al secondo posto della hit-parade. È il momento più importante della sua carriera: duetta con Mick Jagger in Live Aid, uno dei più grandi eventi musicali della storia, si esibisce in concerti in luoghi suggestivi come il Maracanà di Rio de Janeiro e con grandi cantanti del calibro di Bryan Adams, Rod Stewart, Elton John, David Bowie ed Eric Clapton.
Oltre ad altri album di successo - "Break Every Rule" (1986), "Foreign Affair" (1989) e "Golden Eye" (1995) Tina si improvvisa anche scrittice e dà vita a un’autobiografia che diventa subito un bestseller da cui nascerà anche un film intitolato What's Love Got To Do With It.Pur non calcando più le scene da 7 lunghi anni (l’ultimo concerto è del 2000, al Wembley Stadium di Londra) è stata recentemente pubblicata una sua raccolta di successi, "Tina Turner all the best hits", che ripercorre tutte le tappe della sua lunga e fortunata carriera, la cui canzone più rappresentativa rimane senza ombra di dubbio la mitica The best (senza il simply!) del 1989.





Günter Euringer ha sorriso agli adulti e ai bambini italiani e di mezzo mondo sugli scaffali di tutti i supermercati negli ultimi 38 anni. Ma nulla è per sempre e persino lui, l’originale bambino della Kinder, è stato mandato in pensione dall'ufficio Marketing della Ferrero. Già da un paio d'anni, infatti, l'azienda di Alba ha ridisegnato la confezione delle famose barrette di cioccolato, scegliendo di cambiare il volto del suo longevo testimonial.
Risultato: una mezza rivolta su internet con la Ferrero bombardata di email, l’apertura di un frequentatissimo blog da parte di due adolescenti campani ( 



Divertente e ben congegnato, con un abile miscuglio di nostalgia, comicità ed effetti speciali, il film punta sul gioco dei paradossi temporali e affronta soprattutto l’idea che nessun ragazzo riesca davvero a concepire che i suoi genitori siano stati anch’essi, un tempo, giovani come lui.





Dal canto suo la Giochi preziosi si preoccupò di soddisfare i sogni rosolati dei mini amanti del fritto all’italiana, lanciando sul mercato la mitica Friggi friggi: a differenza del Dolce Forno che, seppur debolmente, funzionava sul serio, questa piastra era invece un semplice giocattolo col quale cucinare (per finta) bistecche e hamburgers in quantità; il divertimento stava nell’osservare i pezzi di carne che, pian piano, cambiavano colore per davvero, passando così da simil-crudi a finti fritti nel giro di poco.





